Psicoterapia psicoanalitica

Metodo terapeutico

«I nostri atti mancati sono atti che riescono, le nostre parole che inciampano sono parole che confessano. Quelli, queste, rivelano una verità che sta dietro. All’interno delle cosiddette associazioni libere, delle immagini del sogno, dei sintomi, si manifesta una parola che apporta la verità … Con il suo stesso corpo il soggetto emette una parola che in quanto tale è parola di verità … Sta di fatto che egli dice sempre di più di quanto voglia dire, sempre di più di quanto sappia dire»

J. Lacan, Seminario I

La mia pratica psicoterapeutica quotidiana si fonda sullo studio e sull’applicazione clinica della tecnica psicoanalitica di orientamento lacaniano. La psicoanalisi lacaniana nasce dalla teorizzazione e dalla pratica di Jacques Lacan, psicoanalista che ha dedicato la sua vita all’ascolto e alla cura della sofferenza sintomatica dei pazienti e al rinnovamento della teoria e della clinica psicoanalitica. Nella lettura che Lacan fa dell’opera di Sigmund Freud, originale e innovativa, il campo dell’analisi si mostra come uno spazio radicale di libertà dove il soggetto può incontrare le impronte del proprio destino singolare, in una apertura creativa e feconda al suo desiderio inconscio più autentico. In un’ottica psicoanalitica i sintomi del soggetto manifestano una verità inconscia che domanda di essere ascoltata. Nella cura psicoanaliticamente orientata l’inconscio del soggetto si mostra negli inciampi della parola, nei lapsus, nei sogni, e in tutti quei processi che sfuggono al controllo razionale e al “già saputo” su di sè. Attraverso la cura il soggetto si apre creativamente al movimento del proprio desiderio e alla possibilità di trovare nuovi modi per mettersi in gioco con esso. Durante l’esperienza della cura psicoanalitica, esperienza che racchiude in sé un nucleo rivoluzionario di libertà, si rende possibile l’incontro con il proprio desiderio soggettivo e, con esso, la possibilità di vivere una vita più autentica ed appagante.

Adulti

Durante l’età adulta possono esservi diverse circostanze esistenziali che possono portare a decidere di incontrare uno psicoterapeuta. Difficoltà e insoddisfazione nell’ambito relazionale, familiare o di coppia, sfiducia in sé stessi, uno stato di ansia o di depressione, un lutto, problemi nell’ambito lavorativo, un cambiamento che modifica radicalmente la propria vita, malattie fisiche che mettono alla prova il benessere psicologico. I motivi che possono spingere a chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta possono essere questi e molti altri ancora.

In questi casi un percorso di psicoterapia può aiutare a comprendere meglio ciò che sta accadendo e ad attraversare il momento volgendo la crisi esistenziale in una occasione feconda di cambiamento e apertura verso una vita più autentica e appagante.

Adolescenti

«Un giovane esce dall’adolescenza quando l’angoscia dei genitori non gli provoca più alcun effetto inibitore»

Françoise Dolto, Adolescenza


Durante l’adolescenza i motivi che spingono a ricercare il confronto con uno psicoterapeuta sono non di rado legati ai cambiamenti che caratterizzano questa età di passaggio. Rapporto conflittuale coi genitori, comportamento aggressivo, timidezza, rapporto difficile col proprio corpo che cambia, ansia, disturbi psicosomatici, difficoltà relazionali, conflitti nelle relazioni sentimentali, problemi scolastici, problemi riguardanti la sfera alimentare, tristezza e senso di solitudine, ridotta autostima, dubbi relativi alla propria identità sessuale, uso di sostanze stupefacenti. Queste sono solo alcune delle difficoltà che tipicamente si possono incontrare in adolescenza. La fase adolescenziale rappresenta infatti una zona di frontiera dove si apre lo scenario che porta alla costruzione di un nuovo adattamento identitario. L’adolescenza è un viaggio che richiede tempo e creatività e che soprattutto non ammette facili soluzioni come quella dell’imitazione dei coetanei o dell’identificazione negli idoli proposti di volta in volta dai mass media. Non c’è nessun libretto d’istruzioni per padroneggiare i cambiamenti inaugurati dalla pubertà. Uno dei compiti evolutivi dell’adolescenza è quello di integrare l’immagine di sé con il corpo che cambia, la pubertà apre infatti una nuova sfida. L’incontro con il nuovo non è sempre motivo di felicità, anzi a volte provoca un sentimento di angoscia. Nei momenti di crisi un supporto psicologico può essere utile per stare meglio, prendere decisioni consapevoli e aprirsi a nuove possibilità.

Nel percorso di cura dell’adolescente prevedo un tempo preliminare dedicato all’ascolto della domanda genitoriale. I genitori sono invitati a raccontare la storia del proprio figlio, ponendo particolare attenzione al momento ed alle modalità di sviluppo del disagio. Questa prima fase del lavoro costituisce un aspetto fondamentale nel lavoro psicoterapeutico con gli adolescenti, non meno essenziale del lavoro con gli adolescenti stessi. Il lavoro coi genitori è infatti esso stesso un potente attivatore di cambiamento. Durante la prima fase di lavoro coi genitori, che non si interrompe nemmeno quando l’adolescente inizia la terapia, si ripercorrono insieme i passi che hanno portato alla costruzione di un legame nella coppia genitoriale e alla nascita del figlio. Questo processo fondamentale permette di iniziare a lavorare in maniera indiretta sulle questioni che stanno all’origine della manifestazione del sintomo da parte dell’adolescente, ponendo al contempo delle basi solide per un lavoro con lui che sia profondo e proficuo.

Bambini

«Quando il bambino piange, grida, il padre o la madre devono cercare il senso degli urli o del pianto, e gli dicono: “Non so perché piangi, ma stai cercando di dirmi qualcosa”. Dobbiamo sapere che tutto nel bambino significa qualcosa. Nulla è gratuito […] Forse è angoscia, gelosia, invidia, delusione. Dobbiamo esprimere questi dispiacere con parole. In tal modo permettiamo ai bambini di umanizzarli. Non si sopprime la sofferenza ma la si umanizza tramite il desiderio di comprendersi a vicenda»

Françoise Dolto, I problemi dei bambini

Sempre più spesso i giovanissimi sono soggetti a sintomi cui è difficile dare una risposta. Comportamento iperattivo, ansia, timidezza eccessiva, difficoltà a scuola, difficoltà che riguardano il sonno e l’alimentazione, paure protratte nel tempo, aggressività, mancato rispetto delle regole, difficoltà a mantenere l’attenzione e la concentrazione, dipendenza dal cellulare o dai videogiochi, dislessia e disturbi del linguaggio. Sono tanti i problemi che un bambino può incontrare durante la crescita. Spesso si tratta di malesseri momentanei che si risolvono spontaneamente nel tempo. Altre volte, invece, è necessario un piccolo aiuto esterno. Le famiglie e le scuole si trovano alle volte impreparate a gestire e assistere i bambini e i preadolescenti nel difficile processo di crescita. Un intervento psicologico è utile per aiutare famiglie e formatori (insegnanti ed educatori) a conoscere, capire e affrontare queste emergenze.

Nella mia pratica clinica offro:

  • alle famiglie, una presenza di supporto, accompagnamento e orientamento rispetto al disagio infantile e preadolescenziale;
  • ai bambini, uno spazio terapeutico di ascolto e di cura attraverso il gioco, la creatività e la parola. La mediazione permessa dal gioco e dall’attività creativa consente infatti al bambino di dire qualcosa di importante rispetto a ciò che lo preoccupa, prima ancora che riesca a farlo con l’espressione verbale. Attraverso un percorso mirato e specializzato, il mio obiettivo è quello di aiutare il bambino a ritrovare le potenzialità creative proprie dell’infanzia e della prima adolescenza. Nel percorso di cura del bambino prevedo sempre un tempo preliminare di lavoro coi genitori finalizzato a ripercorrere la storia familiare e le tappe evolutive del bambino per capire bene il problema che li ha portati a domandare aiuto e iniziare al contempo a lavorare su di esso.
  • agli insegnanti e agli educatori un percorso di confronto sugli aspetti psicologici della pratica educativa finalizzato ad intervenire in maniera ancora più efficace nella pratica quotidiana del proprio lavoro coi giovani.

Nel lavoro coi bambini e coi preadolescenti mi avvalgo anche dello strumento dell’Arteterapia. L’espressione artistica e creativa, il segno, il colore, la manipolazione dei materiali artistici rappresentano un canale privilegiato nella pratica psicoterapeutica con l’infanzia.

Ambiti di intervento

La mia pratica clinica e psicoterapeutica si rivolge alla cura di problematiche psicologiche e di categorie psicopatologiche quali ad esempio: 

  • depressione, disturbi dell’umore, ciclotimia, distimia, ridotta autostima, disturbo bipolare;
  • ansia, attacchi di panico, fobie, ossessioni e compulsioni, ipocondria, disturbo post traumatico da stress;
  • disturbi psicosomatici;
  • disturbi dell’alimentazione (anoressia, bulimia, obesita’, binge eating);
  • dipendenze patologiche (sostanze, alcol, gioco, altro);
  • problemi legati a lutto, traumi, cambiamenti, stress, malattie, mobbing;
  • problematiche relazionali, familiari, d’amore, di coppia, sessuali, gestione dei figli, separazione e divorzio;
  • orientamento sessuale e identita’ di genere;
  • disturbi del sonno;
  • disturbi di personalita’;
  • psicosi e disturbi psicotici;
  • demenze e disturbi cognitivi ed emotivi nell’anziano;
  • disabilità e problematiche psicologiche ad essa connesse; 
  • disturbi specifici dell’infanzia e dell’adolescenza